“...mi sono ritrovata, per caso, poco più
che bambina, in un teatro.
Seduta, al buio, guardavo il palcoscenico…...esseri umani,
uomini e donne raccontavano col corpo e col cuore
la vendita di un Giardino dei ciliegi e con quella vendita,
la fine di un mondo antico e un mondo nuovo,
pieno di paure e speranze. Il grande Strehler parlava di
nostalgia, intensità, del racconto di un "uomo" che diventa
racconto dell'umanità...
...ed io, per ore e ore per mesi,
ho ascoltato ed ho
cominciato a vivere...”