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FICTION & MEMORIA «Exodus» andrà in onda su Rai1. Per la terza volta in 20 anni la sinagoga di Roma ha aperto le porte a una fiction

In tivù la storia di Ada che salvò 25mila ebrei

Monica Guerritore che la interpreterà: «Nel 1945 venne in Italia a cercare il marito Enzo Sereni. Col suo coraggio fece arrivare in Israele migliaia di ex deportati» Di Tiziana Lupi

«Non sono un'eroina. Il nostro tempo non ha bisogno di eroi, ma di uomini giusti. Ed io cerco di essere una donna giusta». Lo disse, nel 1946 Ada Sereni rispondendo ad un gruppo di giornalisti che avevano attraversato l'oceano per conoscerla. Lo ha detto ieri, a proposito del suo personaggio (quella stessa Ada Sereni), Monica Guerritore, fuori dalla sinagoga di Roma, per un giorno set di Exodus (il titolo è provvisorio), miniserie in due puntate che la Red Film sta realizzando per Rai Fiction.
Tratta dal libro autobiografico della Sereni I clandestini del mare, la miniserie racconterà la storia della donna forte e combattiva che, dopo la seconda guerra mondiale, riuscì a far tornare, in quello che sarebbe diventato lo Stato d'Israele, venticinquemila ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, imbarcandoli in qualunque scafo capace di galleggiare.
Scritta da Nicola e Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis, Exodus è diretta da Gianluigi Calderone e interpretata anche da Thomas Trabucchi, Loredana Cannata, Andrea Osvart e Fabrizio Bucci.
La storia raccontata nella miniserie ha inizio nel 1945 quando Ada Sereni lasciò i suoi tre figli in Palestina, dove viveva da diciotto anni, e raggiunse l'Italia per ritrovare Enzo, il marito scomparso un anno prima, quando vi era arrivato clandestinamente per una pericolosa missione mentre era ancora in corso la guerra. Approdata in un Paese distrutto da anni di combattimenti, Ada venne subito coinvolta nel movimento chiamato Aliàh Bet che organizzava clandestinamente l'espatrio degli ebrei sopravvissuti. Pur non rinunciando mai a cercare il padre dei suoi figli (che scoprirà essere morto ad Auschwitz), Ada dedicò tutte le sue energie alla causa di Aliàh Bet, giungendo persino a trattare con uomini di Stato pur di ottenere il suo scopo.
Diversamente da tanti altri film e fiction dedicati alla Shoah (inclusi quelli che hanno raccontato di «eroi per caso» come Giorgio Perlasca o Gio vanni Palatucci) Exodus, spiega il regista Calderone, «non sarà una rappresentazione delle cose orribili che hanno fatto i nazisti. Il nostro è un film sulla storia di persone che sperano, è la storia di una rinascita. Ed è un film molto complesso che ha diversi piani di lettura e propone tante storie nella storia: come quella di Enzo Sereni e del suo rapporto quasi filosofico con il carceriere nazista Aschenbach; quella di un viaggio che parte da Cracovia e va a finire sulle coste della Palestina e del futuro Stato d'Israele; quella di Ada ed Enzo, due giovani studenti, lui imbevuto di D'Annunzio e lei che mal sopportava la borghesia romana cui apparteneva, che, nel 1927, scelgono di fare la scelta utopistica di andare a vivere in kibbutz dove convivere pacificamente con i contadini arabi».

11 Maggio 2006