"…a volte i contenuti che premono, urgono dall'interno, per straripare e conquistare un posto nel mondo, sono diversi e differenti; ...
e arduo è dar loro una voce adeguata. È per questo che talvolta
per parlare si ha bisogno del silenzio. Solo così, nella concentrazione
della propria creazione, si può dar voce al dialogo dell'anima. E allora
si possono creare su tela bianca,disegni o parole, immagini d'uomo o semplici
pennellate. Riprodurre significa ri-creare, e dar nuovo volto
alle cose,generarle di nuovo, partorirle dal nulla, o dal tutto della
propria mente. Ma ciò che resta, ciò che l'uomo ha inciso per
dar sfogo ad una pressante quanto arcaica urgenza creativa è un SEGNO,
un SIMBOLO, una FORMA che allude a qualcos'altro oltre che a se stessa
e che non esaurisce il suo significato nelle sembianze e nei colori corrispondenti,
ma parla d'altro, che vuol trascendere da se stesso. E riesce a farlo,
ogni qual volta l'autore si è soltanto servito di quella forma condivisa
dalla conoscenza collettiva per dire qualcosa di personale e sociale,
ma che comunque alluda a orizzonti più vasti. Il segno, la forma,
la figura che artisti di ogni tempo hanno utilizzato per dire
"altro" diventa simbolo di qualcosa che nasce del nostro inconscio…quasi
un bisogno o una necessità dell'anima.Che attraverso la sua comprensibilità
silenziosa,ci fa sentire tutti uomini…uomini diversi legati da un sostrato
comune…."
(Aldo Carotenuto, Se dietro la tela c'è l'inconscio - Messaggi e Simboli, Il Messaggero 6 novembre 2001)