AMARE
Quando gli innamorati riescono a tollerare la legge "Vita-morte-vita" poi si troveranno rafforzati
Amare significa "stare con…". Significa emergere da un mondo di fantasia, in un mondo cui è possibile un amore sostenibile a faccia a faccia. Amore significa restare quando ogni cellula dice scappa. Quando gli innamorati riescono a tollerare la legge "VITA-MORTE-VITA" a comprenderla come un continum - come la notte tra due giorni - poi si troveranno rafforzati, chiamati a una più profonda comprensione dei due mondi in cui vivono, uno mondano l'altro dello spirito. Nei miei vent'anni di pratica, uomini e donne si sono rintanati sul mio divano dicendo con felice terrore...ho conosciuto uno...non ci pensavo badavo agli affari miei. Neanche mi guardavo attorno, ed ecco che ti incontro quel qualcuno con la Q maiuscola. Ora che devo fare! Mentre cominciano a nutrire la nuova relazione contemporaneamente prendono a ritrarsi. Si contraggono. Si preoccupano. Soffrono pene d'amore per colpa di quella persona? No, semplicemente comincia la fase della corsa e del nascondimento. Ed è il momento in cui gli amanti cercano di razionalizzare la loro paura del ciclo VITA-MORTE-VITA. E' un momento in cui i pensieri sono mescolati alla rinfusa, e si cerca disperatamente un riparo, e il cuore batte, non perché si ama e si è amati, ma per vigliacca paura. Alcuni fanno l'errore di sfuggire alla relazione con l'amante. Non fuggono "dall'amante e dal brutto" che una relazione comporta. L'opera di apprendimento riguardante la natura VITA-MORTE-VITA deve essere fatta. Il nostro compito è quello di apprendere. Senza questo compito che ci sfida, non può darsi trasformazione, nè reale senso di soddisfazione. Per amare il piacere non ci vuole molto. Per amare davvero ci vuole un eroe capace di governare la propria paura. Bisogna contemplare ciò che si teme. Per fare questo non è necessario un eroe muscoloso. Piuttosto ci vuole un cuore desideroso di morire e rinascere, e morire e rinascere, e così via. C'è una cautela realistica quando il pericolo è prossimo, e una ingiustificata, derivante dal fatto di essere già stati feriti in passato, che ci induce a mostrarsi suscettibili e non interessati anche quando si sente di voler dispiegare calore e affettuosa attenzione. Coloro che temono di essere presi in giro o intrappolati e scappano, si lasciano sfuggire l'oro tra le dita. La svolta per una persona simile si dà quando accetta di amare "anche se….." anche se ha una stretta al cuore, è nervosa, è stata un tempo ferita, teme l'ignoto. Talvolta si deve semplicemente buttare. Dev'esserci a un certo punto della vita di un uomo un momento in cui va fiducioso dove l'amore lo conduce, in cui teme di più essere intrappolato nel letto asciutto di un fiume di una psiche che di trovarsi in un territorio lussureggiante ma non segnato da nessuna carta. Quando una vita è troppo controllata, sempre più diminuisce la vita da controllare. Nella psiche maschile c'è una creatura, un uomo non-ferito che crede nel bene, non ha dubbi sulla vita, è saggio, e inoltre non ha paura di morire. E' un io-spirito giovane, che sebbene sia stato tormentato, ferito, esiliato, continua ad amare. La sua fiducia non dipende dal fatto che l'amante non lo ferirà. La sua è la fiducia che qualunque ferita riceva, essa potrà essere curata. Che una vita nuova segue quella vecchia. E' un io-innocente. Innocenza non significa ignoranza. "Ignoranza è non sapere nulla, essere attratti dal buono. "Innocenza è conoscere tutto, ed essere ancora attratti dal buono." In questo stato di saggia innocenza si entra lasciando cadere cinismo e protezionismo, e rientrando nello stato di meraviglia che si osserva in coloro che sono molto giovani o molto vecchi. E' la pratica di "guardare negli occhi" di uno spirito sapiente e amante, e non in quelli del cane frustrato, della creatura inseguita dell'essere ferito e in collera. Il ritorno a questo stato può comportare la necessità di scrostare anni di opinioni logore, decenni di baluardi incalliti e accuratamente costruiti, e poi restare immobili per tutto il tempo necessario allo spirito (l'anima, l'intuito) di trovarci. Si dice che tutto quello che cerchiamo sta intanto cercando noi e se ce ne stiamo immobili e innocenti ci troverà.